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Ecocardiografia Fetale
Si tratta di un esame eseguito con ecografo di ultima generazione dotato di Doppler colore e spettrale da un medico con esperienza di cardiologia fetale finalizzato ad evidenziare eventuali anomalie della funzione e/o struttura cardiaca
Come viene analizzato il cuore del feto?
Il medico appoggia e guida una sonda ecografica sull’addome della mamma e ricerca le scansioni idonee allo studio del cuore fetale. Sono ricercate i ritorni delle vene al cuore, la connessione tra atri e ventricoli e tra ventricoli e l’aorta e la polmonare e i loro rapporti spaziali
Mediante il color doppler vengono poi indagate le modalità e la direzione del flusso nelle cavità cardiache e misurate le velocità con il Doppler spettrale ove necessario
Se ritenuto utile il cuore verrà anche analizzato in modo tridimensionale (4D Cardio STIC)
Come viene analizzato il cuore del feto?
Le cardiopatie congenite sono le anomalie più frequenti alla nascita con una incidenza di circa 8 neonati su 1000. Son la causa del 25% delle morti perinatali e del 50% della mortalità infantile secondaria a malformazioni congenite
Perché è importante eseguirla?
Il riconoscimento in utero delle cardiopatie è molto importante perché permette di pianificare il parto in strutture idonee nonché di programmare già gli accertamenti e le cure eventualmente necessarie dopo la nascita. Una cardiopatia fetale può inoltre essere associata a sindromi genetiche o cromosomiche e pertanto un suo riscontro in epoca prenatale può indicare l’utilità ad eseguire indagini genetiche mirate
Quando si esegue l’ecocardiografia fetale?
L’esame ecocardiografico viene effettuato in genere dopo la 20 settimana di epoca gestazionale. Peraltro nel caso di sospetto di cardiopatia fetale emerso da un esame del primo trimestre (esempio translucenza nucale aumentata) o nel caso di altre indicazioni (esempio precedente bambino affetto da cardiopatie congenita) l’esame potrà essere effettuato anche prima delle 20 settimane. Inoltre, in caso di un rischio specifico per cardiopatie evolutive, può essere opportuno effettuare un ulteriore esame ecocardiografico nel III trimestre di gravidanza
Quali sono i fattori di rischio per una cardiopatia congenita?
Sono molti e vi saranno indicati dal ginecologo. I più frequenti sono materni: come il diabete pregestazionale, l’assunzione di alcuni farmaci in gravidanza o durante il concepimento, la familiarità per cardiopatie congenite, alcune infezioni e le gravidanze ottenute da fecondazione in vitro. Esistono poi fattori fetali come la translucenza nucale aumentata, il ritardo di crescita, presenza di altre anomalie del feto, aritmie e la gemellarità monocoriale. Costituisce inoltre una causa frequente di indicazione all’ecocardiografia la mancata visualizzazione ottimale del cuore fetale durante l’ ecografia di screening del secondo trimestre
L’ecocardiografia fetale si esegue solo nelle gravidanze a rischio?
Può essere eseguita anche in gravidanze a basso rischio in quanto l’ecografia di screening del secondo trimestre (ecografia morfologica) identifica meno della metà delle cardiopatie congenite. Per questo motivo molti ginecologi e gestanti decidono di eseguirla indipendentemente dai fattori di rischio
Quanto è attendibile l’esito di questo esame?
Si ritiene che tale esame sia in grado di individuare in condizioni ideali l’80-85% delle cardiopatie fetali maggiori e quindi solo una parte sono identificate. L’esame è soggetto alle limitazioni comuni a tutte le indagini diagnostiche che impiegano gli ultrasuoni: la possibilità di individuare una anomalia cardiaca non è sempre correlata alla sua gravità anatomica ma dipende dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che essa induce. Non sempre perciò è possibile raggiungere questi risultati diagnostici per una difficoltà nell’ottenere una buona visualizzazione del cuore del feto dovuta a cause materne (eccessivo spessore del pannicolo adiposo, cicatrici da chirurgia addominale, presenza di miomi uterini) o della gravidanza (posizione fetale sfavorevole, liquido amniotico ridotto, presenza di 2 o più gemelli). Inoltre alcuni difetti cardiaci possono non essere evidenziati in utero:
1) per le loro ridotte dimensioni (difetti del setto interventricolare, anomalie parziali del ritorno venoso polmonare, anomalie del circolo coronarico);
2) perché consistono nella non chiusura di tratti vascolari che nel feto sono normalmente aperti (es. mancata chiusura del dotto di Botallo, difetti del setto interatriale);
3) per la loro evolutività, per cui possono non risultare evidenziabili a 20-22 settimane ma svilupparsi in epoche successive della vita intrauterina o rendersi manifesti solo dopo la nascita (es. coartazione aortica, cardiomiopatia, …)