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Chirurgia

Diagnosi e trattamento della calcolosi urinaria

Storia della calcolosi

La calcolosi reno-ureterale è una patologia ben nota già dall’antichità. Veniva chiamata «mal della pietra». Il calcolo urinario più antico risale al 4800 a.c. e fu scoperto da Elliot Smith nel 1901 nella pelvi di una mummia egizianaLa letteratura più antica riguardante la calcolosi urinaria risale ad un periodo compreso tra il 3200 e il 1200 a.C. in Mesopotamia.Parliamo dei testi medici di Asutu nei quali sono descritti i primi rimedi per sciogliere i calcoli urinari: salnitro nero, uova di ostriche, la resina dei pini e i genitali dell’asino/a.
Caio Plinio Secondo (23-79 D.c.) prescrive infusi di peonia, menta e ceci per dissolvere i calcoli renali e vescicali. Consiglia inoltre di bere un’acqua proveniente da un’isola vicino a Sorrento.
Galeno suggeriva di curare i calcoli con vino, miele e semi di cumino.
In india I trattamenti raccomandati per chi soffriva di calcolosi urinaria erano diversi: una dieta vegetariana, una iniezione trans-uretrale di latte medicato, burro diluito, gli alcalini
Nella medicina tradizionale persiana, che risale al 1000 a.C., i trattamenti per la calcolosi urinaria comprendevano singoli medicamenti come per esempio: i massaggi con Olio di scorpione, una dieta priva di uova, l’acqua di rose, i fagioli indiani, i semi di melone.
Durante il medioevo De Gordon per la calcolosi urinaria prescrive: “due porzioni di cenere di scorpione, due bicchierini di sangue bovino, cenere di vite, lepre, pepe, carote, malva, semi di sassifraga, miglio, carpino bianco, resina mescolati a miele di rose da prendere mattino e sera con un decotto di piselli e castagne d’acqua.”
Ne 17° secolo molte sono le ricette disponibili per la cura dei  calcoli urinari “Piglia gusci d’uova d’onde siano nati pulcini. Si lavino bene le guscie con vino bianco generoso, ed asciugate levagli le pelliciole che hanno di dentro e pista ogni cosa sotilmente assai, ed al paziente se nedà quanto starebbe in un giulio con vino bianco treore avanti pranzo . Si ponga a letto ove deve stare caldo per un’ora, e l’orina verrà fuori come tartaro pisto”
E ancora: “Piglia limoni bruschi numero 20 fatti in fette con la scorza conforme. Cipolle bianche delle più grandi numero 5. Canella pesta grossamente. Si ponga il tutto in boccia con vino generoso ma non dolce che copra e sopravanzi tutti gli ingredienti, e poi si lasci in infusione sopra leceneri calde per lo spazio di 24 ore. Di questa se ne dà mez’onza al paziente una mattino sì e l’altra nò per dieci giorni quando vi è male, e per preservarsi basta ogni 40 gg.”

“Se una persona preferisce il vino, succo di betulla fermentato o idromele, fatele bere solo acqua con fragole selvatiche, che sia forte come il luppolo….e fatela camminare molto, oppure fatele prendere tutte le sere 1 grammo circa di buon sapone di Venezia, con 1/6 di rabarbaro ed un po’ di bacche di ginepro, oppure 1/8 di cuscio bruciato di mitili, ostriche o anche uova oltre ad un po’ di linfa di pino o di abete che è particolarmente utile per i pazienti la cui urina, tinta di sangue, dimostra che le loro vie urinarie sono danneggiate dai calcoli….”
Solo il 23 maggio del 1978 durante la 31° Assemblea Mondiale della Sanità, l’OMS venne incentivata a promuovere le ricerche sulle modalità di utilizzazione delle piante. Si è passati così da un uso empirico ad un uso razionale di molte piante medicinali La fitoterapia La Parietaria La Parietaria, il cui nome scientifico è chiamata “muraiola” perché cresce sui muri, specie sui ruderi, o anche erba vetriola o spaccapietra, perché un tempo la si usava per rimuovere le incrostazioni dalle bottiglie, possiede proprietà depurative, diuretiche, emollienti, rinfrescanti. E’ indicata per prevenire e combattere i calcoli renali e vescicali.
L’ultimo rimedio contro la calcolosi renale arriva dall’erba spaccapietra: il Phillanthus Niruri. Le piante del genere Phyllanthus sono ampiamente distribuite in molte regioni tropicali e subtropicali e sono state a lungo utilizzate dalla medicina popolare Brasiliana per trattare disturbi renali e vescicali. E’ conosciuta con il nome di chanca pedra. Negli ultimi anni, l’interesse per tali piante, è cresciuto considerevolmente. Il P.Niruri agisce sui meccanismi d’azione impegnati nella genesi del calcolo determinando un maggior rilascio di glicosaminoglicami, che agendo come rivestimento proteico, impediscono l’aggregazione dei cristalli e la successiva formazione del calcolo.
È una patologia piuttosto frequente, la prevalenza varia tra il 4% e il 20% nei paesi industrializzati e tra l’1% e il 5% in quelli in via di sviluppo. In Italia affligge in media il 6-9% della popolazione, con incidenze intorno a 100.000 nuovi casi l’anno e prevalenze di 250.000 casi/anno comprendendo le recidive. L’etnia sembra essere un fattore di rischio, con prevalenze maggiori tra uomini caucasici seguiti da ispanici, asiatici e afro-americani.
Riguardo alla distribuzione per sesso, la nefrolitiasi risulta essere più frequente nel sesso maschile – con un’incidenza da 3 a 1,5 volte maggiore – che in quello femminile, anche se in uno studio riferito al periodo 1976-1994 è stata osservata una riduzione di questo divario negli Stati Uniti d’America, un fenomeno epidemiologico, quest’ultimo, non del tutto spiegato, anche se si sospetta un ruolo degli ormoni sessuali femminili nella diminuzione dell’escrezione urinaria di ossalato. Altri fattori correlati con questa patologia sono l’età, la dieta, la familiarità, la geografia e il clima – con maggiore distribuzione nei Paesi caldi – l’occupazione lavorativa – gli addetti agli altiforni presentano maggiore incidenza – l’Indice di massa corporea (IMC).
Riguardo al ruolo dell’apporto di liquidi e alle caratteristiche dell’acqua, è ampiamente dimostrato che un abbondante apporto di acqua previene lo sviluppo della patologia. È dibattuto, invece, il ruolo della durezza dell’acqua, intesa come concentrazione di calcio carbonato, da alcuni correlata a una maggiore escrezione dello stesso, per cui risulterebbe che l’assunzione di acque “dure” preverrebbe in modo più efficace la calcolosi rispetto all’uso di acque “morbide”, al contrario dell’opinione comune Risulta privo di sostegno la tesi secondo cui le acque in bottiglia prevengano dalla calcolosi più di quelle della rete idrica servita dagli acquedotti cittadini.
Tra i Calcoli più diffusi possiamo certamente annoverare quelli formati da ossalato di calcio cioè dalla combinazione di acido ossalico e calcio.
Una assunzione alimentare sufficiente di magnesio e citrato inibisce la formazione di ossalato di calcio e i calcoli di fosfato di calcio; inoltre, magnesio e il citrato operano sinergicamente per inibire i calcoli urinari. L’efficacia del magnesio ad evitare la formazione di calcoli e la loro crescita è dose-dipendente
La disidratazione dovuta ad una bassa assunzione di liquidi è un fattore importante nella formazione dei calcoli. Anche l’obesità è uno dei principali fattori di rischio.
Un elevato apporto alimentare di proteine animali, di sodio, di zuccheri raffinati, di fruttosio e sciroppo di fruttosio, di ossalato, di succo di pompelmo e di succo di mela, può aumentare il rischio di formazione di calcoli urinari.
I calcoli urinari possono derivare anche da una condizione metabolica di base, come ad esempio l’acidosi tubulare distale renale, la malattia di Dent, l’iperparatiroidismo, l’iperossaluria primaria, o il rene a spugna midollare. Tra il 3% e il 20% delle persone che soffrono di calcoli urinari, ha quest’ultima patologia.
I calcoli urinari sono più comuni nelle persone con malattia di Crohn; questa condizione è correlata con iperossaluria e malassorbimento di magnesio.
Alcuni studi suggeriscono che le persone che assumono integratori alimentari di calcio o vitamina D hanno un rischio maggiore di sviluppare calcoli urinari. L’escrezione urinaria di calcio può aumentare in risposta alla supplementazione di vitamina D in alcuni soggetti affetti da calcolosi renale. Tali individui, in virtù di una particolare predisposizione, possono sviluppare una franca ipercalciuria e una vera e propria calcolosi in risposta alla supplmentazione con vitamina D .
Negli Stati Uniti, la formazione di calcoli urinari è stata utilizzata come indicatore di eccesso di assunzione di calcio
Una persona con calcoli urinari ricorrenti può essere sottoposta a screening per tali condizioni. Questo è in genere fatto tramite una analisi delle urine prodotte nel corso si 24 ore.

Trattamento della calcolosi renale

Al giorno d’oggi la calcolosi urinaria viene trattata per lo più in maniera miniinvasiva per via endoscopica e per via percutanea con una  ridotta ospedalizzazione per il paziente che consente una rapida ripresa delle normali attività quotidiane.
Gli strumenti utilizzati per il trattamento endoscopico e percutaneo della calcolosi sono sempre più miniaturizzati e specializzati. Le nostre sale operatorie sono dotate di macchinari di ultima generazione che permettono attraverso l’emissione di energia laser di determinare la  frammentazione dei calcoli fino a ridurli in polvere e quindi facilmente eliminabili.
Il trattamento chirurgico endoscopico  viene eseguito spesso in regime di day hospital e solo nel caso in cui si utilizza la via  percutanea all’apparato urinario, cioè un piccolo forellino di circa 5 mm sul fianco del paziente, viene richiesta la permanenza del paziente fino al giorno successivo.
In particolari casi di calcolosi renale che occupa completamente le cavità dell’organo è possibile effettuare un trattamento chirurgico laparoscopico o robotico attraverso 4 forellini di 5 mm sul fianco del paziente e una piccola incisione di massimo 3 cm per estrarre completamente il calcolo. Anche in questo caso la ripresa delle normali attività fisiche si verifica entro 48 ore.
La buona organizzazione di uno Stone Center deve prevedere il rapido inquadramento clinico e radiologico della patologia e un altrettanto rapido trattamento al fine di risolvere prontamente la patologia.
E’ possibile inoltre porre domande e richiedere consigli direttamente agli Urologi del centro mediante l’utilizzo del forum di Nuova Villa Claudia.

Calcolosi renale “a stampo del rene dx

Strumento endoscopico flessibile per raggiungere il calcolo all’interno dell’uretere o del rene in modo miniinvasivo

Endoscopio flessibile integrato a monitor portatile

Strumento per il trattamento percutaneo della calcolosi renale “Clear Petra”

Calcolo endo renale “ a stampo” asportato senza frammentazione per via Robotica

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